Nuovi LEA, si può ripartire

Il punto di vista di Stefano Cuzzilla, Presidente Federmanager

Il Ministro Lorenzin ha definito “un passaggio storico” la firma dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza. Dopo ben 15 anni, infatti, è stato aggiornato l’elenco delle prestazioni sanitarie per le quali va garantito il diritto universale alla cura.

L’adeguamento dei LEA è di fondamentale importanza anche per noi che, attraverso i nostri Fondi di assistenza sanitaria integrativa, ci siamo dati il compito di rafforzare il sistema pubblico negli obiettivi di equità di accesso alle prestazioni, qualità delle stesse, ampliamento dei servizi e loro fruibilità sul territorio nazionale. L’aggiornamento dovrà infatti trovare applicazione uniforme nei diversi sistemi sanitari regionali, e questo è un obiettivo tutt’altro che immediato.

La sanità integrativa dunque potrà concentrarsi più consapevolmente nella propria funzione di supporto e complementarietà al SSN. Le politiche adottate dai Fondi come Assidai hanno finora anticipato molte scelte del decisore pubblico, rispondendo in modo flessibile all’evoluzione della domanda di assistenza degli associati. Continueremo secondo questo criterio, adeguando la nostra azione ai bisogni espressi dai colleghi e finalizzandola su quelle aree in cui il SSN mostra minore capacità di intervento.

Sempre più leader nella Long Term Care: Assidai amplia ancora le prestazioni

Il Fondo si conferma in prima linea sul tema della non autosufficienza con diverse novità a favore degli iscritti

Dopo quella del 2015, Assidai imprime una nuova svolta sulla copertura Long Term Care (LTC), ovvero l’insieme dei servizi socio-sanitari forniti con continuità a persone che necessitano di assistenza permanente a causa di disabilità fisica o psichica. Se due anni fa la copertura era stata estesa anche al coniuge o al convivente more uxorio dell’iscritto, nel 2017 vengono introdotte novità molto positive e rilevanti. Vediamole nel dettaglio.

Novità LTC under 65 anni

La tutela Long Term Care per coloro che sono nella fascia di età sotto 65 anni è stata allargata a tutto il nucleo familiare dell’iscritto con aumento del 30% della rendita in caso di presenza di un figlio minore e fino alla sua maggiore età, e raddoppio della rendita in presenza di un figlio già non autosufficiente.
Va dunque rilevato che la tutela è estesa, quindi, anche ai figli fino al ventiseiesimo anno presenti nello stato di famiglia e, qualora l’assistito non risulti autosufficiente, è garantito il pagamento di una rendita annua vitalizia immediata, erogata in rate mensili di 1.100 euro fintanto che il percipiente è in vita. Detto in altri termini, in caso di riconoscimento dello “stato di non autosufficienza” dell’iscritto che ha un figlio minorenne, l’ammontare della rendita annua è pari a 17.160 euro (fino ad oggi era 13.200) fino al raggiungimento della maggiore età del figlio minore. Se invece si tratta di un figlio disabile l’ammontare stesso passa da 13.200 a 26.400 euro.

Novità LTC over 65 anni

Il pacchetto garantito agli over 65 anni, invece, è stato arricchito con ulteriori importanti prestazioni, anche se gli iscritti sono autosufficienti: assistenza fisioterapica a domicilio (nel caso di fratture del femore, delle vertebre o del bacino), assistenza a domicilio tramite operatore socio-sanitario, spesa a domicilio, consegna farmaci presso l’abitazione e custodia animali (queste ultime tre fattispecie previste in caso di fratture del femore, delle vertebre, del bacino o del cranio).
Va anche ricordato che Assidai è da sempre in prima linea sulle coperture Long Term Care, un tema destinato ad avere sempre più peso in Italia e negli altri Paesi europei alla luce del trend di invecchiamento della popolazione e delle difficoltà del Sistema sanitario nazionale.
In Italia non esiste una vera e propria esperienza in ambito di coperture LTC rispetto ad altri Stati. In modo assolutamente innovativo, fin dal 2010, Assidai ha scelto di essere accanto ai propri iscritti introducendo le coperture del rischio di non autosufficienza che, nel giro di pochi anni, hanno visto aumentare il livello delle prestazioni garantite.

Assidai: che cos’è la non autosufficienza

La definizione di non autosufficienza varia in base all’età dell’assistitito. Fino a 65, anni la perdita di autosufficienza avviene quando l’assistito a causa di una malattia, di una lesione o la perdita delle forze si trovi in uno stato tale da aver bisogno, prevedibilmente per sempre, quotidianamente e in misura notevole, dell’assistenza di un’altra persona nel compiere almeno quattro delle seguenti sei attività elementari della vita quotidiana: lavarsi, vestirsi e/o svestirsi, mobilità, spostarsi, andare in bagno, bere e/o mangiare. Dal 66esimo anno di età, la perdita di autosufficienza avviene quando l’assistito è incapace di compiere in modo totale, e presumibilmente permanente, almeno tre delle attività elementari della vita quotidiana (sopra citate) e necessita di assistenza continuativa da parte di una terza persona per lo svolgimento delle stesse.

Presentazione Welfare 24

La parola al Presidente Assidai, Tiziano Neviani

La copertura Long Term Care è un tema di stretta attualità. E lo sarà sempre di più, soprattutto in Italia, viste le dinamiche di invecchiamento della popolazione e le difficoltà finanziarie del Sistema Sanitario Nazionale. Dal canto suo, Assidai su questo fronte ha sempre lavorato in prima linea. Fin dal 2010 i Piani Sanitari includono coperture per la non autosufficienza, nel 2015 il Fondo ha esteso la copertura al coniuge dell’iscritto e da quest’anno inserisce ulteriori garanzie prevedendo novità importanti sia per gli iscritti under che over 65 anni.

Tutti elementi illustrati nel dettaglio nel nuovo numero di Welfare 24, che offre ai lettori anche il prezioso punto di vista di un esperto di welfare aziendale come il Professor Luca Pesenti, il quale evoca la necessità di una svolta “culturale” in questo campo, anche a fronte degli importanti incentivi messi in campo dall’esecutivo negli ultimi due anni.

E a proposito di Governo: dopo 15 anni, il Ministero della Salute ha finalmente aggiornato i Livelli Essenziali di Assistenza (i cosiddetti Lea): il Presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla, sottolinea come si tratti di una decisione “storica” che permette così alla sanità integrativa, cioè anche a noi di Assidai, di concentrarsi più consapevolmente nella funzione di supporto e complementarietà al Sistema sanitario nazionale.

Per una “welfare community”

Il punto di vista di Stefano Cuzzilla, Presidente Federmanager

Dalle analisi Bankitalia sappiamo che negli ultimi anni, complici la contrazione dei fatturati ma soprattutto la sfiducia verso la possibilità di una ripresa economica, gli strumenti di incentivazione della produttività sono stati gradualmente tralasciati dalle imprese italiane. Pertanto, bene ha fatto il governo con questa manovra a confermare l’utilizzo della leva fiscale per sostenere la premialità e, soprattutto, a detassarla ulteriormente quando essa è tradotta in welfare.

Ci piace pensare che la Legge di Bilancio 2017 alimenterà la propensione degli imprenditori verso l’investimento in welfare aziendale in modo da agire più decisamente a livello di contrattazione di lavoro, e stabilizzare, per tutti i settori, il riferimento a sanità e previdenza integrative. Entrambe, più di altri tipi di benefit pur graditi, sono da considerare i pilastri su cui costruire una società più sana e un’economia più competitiva.

Rendiamo queste misure il più possibile strutturali e dotiamole progressivamente di autonomia rispetto al sistema dei premi di risultato: ne deriverà sicuramente un vantaggio condiviso e un nuovo modello di “welfare community” che corrisponde al disegno di Federmanager e delle più moderne politiche di relazione industriale già in atto in altri Paesi.

“Uno stimolo per la sanità integrativa”

Intervista al Professor Marco Leonardi, Consigliere Economico della Presidenza del Consiglio.

“La filosofia è quella dell’anno scorso, fornire un incentivo che si inquadra nella contrattazione di secondo livello. Visto il successo ottenuto nella Legge di Bilancio 2016, abbiamo deciso di potenziare le misure previste sia per quanto riguarda i tetti salariali sia per l’importo dei premi potenzialmente detassati convertendoli in welfare”. A parlare è Marco Leonardi, professore associato di Economia Politica presso l’Università di Milano. Leonardi è consigliere economico della Presidenza del Consiglio alle riforme del mercato del lavoro ed insieme al professor Tommaso Nannicini (ordinario alla Bocconi di Milano) è uno dei membri di spicco della squadra del Governo su questo settore.

Professore, quale è lo spirito di questa riforma in un periodo non facile per l’economia italiana e per le fasce più deboli per la popolazione?

L’idea è quella di alleggerire la pressione in un momento in cui i salari nazionali non possono dare grandi soddisfazioni dal punto di vista economico. Questo, oltre che per le aziende private, potrebbe valere anche per il settore pubblico: è indubbio che avere un welfare detassato anziché un salario tassato può essere una prospettiva interessante per tutti. Basta svolgere una facile simulazione sulla conversione di un premio di 2mila euro per capire l’utilità di questa misura.

In futuro volete puntare ulteriormente sullo sviluppo, attraverso adeguati incentivi, del welfare aziendale?

Certamente sì, è una strada che vogliamo percorrere anche se quanto fatto nell’ultimo anno, specie per quanto riguarda le grandi aziende, è già molto importante. In questo momento come possibili sviluppi vedo sicuramente il settore pubblico, che è ancora poco sviluppato. E poi c’è il tema delle piccole aziende dove si potrebbe pensare di introdurre un po’ di decontribuzione per le imprese che mettono a punto piani di partecipazione per il personale. Ecco, questa è una cosa che si potrebbe fare a breve, magari con un emendamento all’attuale Legge di Bilancio.

Quanto introdotto a livello di welfare aziendale favorisce anche lo sviluppo della sanità integrativa in Italia?

Direi proprio di sì. A tale proposito vorrei sottolineare un aspetto legato all’attuale Legge di Bilancio che forse è passato in secondo piano. Attualmente, i contributi versati dai lavoratori dipendenti ai fondi integrativi del Servizio sanitario nazionale (in conformità di contratto o di accordo o regolamento aziendale, ndr) sono deducibili dal reddito per un importo complessivamente non superiore a 3.615,20 euro. Ecco, se il lavoratore decide di convertire il premio in sanità integrativa, l’importo non intacca il massimale previsto dal 730. Mi sembra si tratti di una novità non da poco, che aiuterà ulteriormente lo sviluppo di questo settore.

Marco Leonardi è professore associato di Economia Politica presso l’Università Statale di Milano. Laureato in Bocconi con il massimo dei voti, 44 anni, Leonardi è un grande esperto di tematiche del mercato del lavoro (su questo tema è Consigliere Economico della Presidenza del Consiglio) e vanta una profonda esperienza internazionale in ambito accademico.

“Il contributo Assidai rateizzato: una svolta epocale per il Fondo”

Il direttore Rossetti: “Rispondiamo alle esigenze degli iscritti con una grande novità, già accolta con favore”. La rateizzazione del contributo annuale? “L’idea nasce dalle esigenze di molti iscritti: è una svolta gestionale epocale”. La domiciliazione bancaria dei pagamenti? “è condizione essenziale per accedere alla rateizzazione e dà garanzia totale sulla continuità di copertura Assidai”. I nuovi incentivi previsti dalla Legge di Bilancio per il welfare aziendale? “Molto positivi, finalmente il Governo pone l’accento, in modo importante, su un tema cruciale per il futuro del nostro Paese”. Così Marco Rossetti, direttore di Assidai, commenta le ultime novità che riguardano il Fondo sanitario integrativo.

Anziché versare il contributo annuale di adesione ad Assidai in un’unica soluzione, si passa a quattro rate trimestrali. Come è nata l’idea di un cambiamento così radicale?

Diversi iscritti, negli ultimi anni, ci avevano segnalato che versare il contributo in un’unica soluzione risultava essere piuttosto gravoso. Una problematica che avevamo ben presente, soprattutto a fronte della crisi economica che il Paese sta attraversando ormai da anni, ma di difficile soluzione sia in ambito creditizio che assicurativo. Come noto Assidai, per l’adempimento dei propri scopi istituzionali, ricorre al mercato assicurativo che pretende il versamento del premio da parte del Fondo anticipatamente e in un’unica soluzione. Nel corso del tempo abbiamo provato a verificare alcune soluzioni con il mercato creditizio ma senza grandi risultati, fino al momento in cui ci siamo convinti che era arrivato il momento che Assidai si facesse carico di questa tematica oramai non più procrastinabile. Molti iscritti, infatti, ci segnalavano che non riuscivano più ad affrontare economicamente il versamento del contributo in un’unica soluzione, causa per la quale alcuni non hanno più rinnovato l’iscrizione al nostro Fondo.

Quindi come vi siete mossi?

Abbiamo trovato internamente le risorse economiche: ci faremo, infatti, carico del costo finanziario dell’operazione. Per minimizzare il rischio assicurativo abbiamo comunque scelto di consentire la rateizzazione solo a chi effettua il versamento del contributo attraverso la domiciliazione bancaria.

Come vi aspettate che verrà accolta la novità?

Con grande entusiasmo e i primi segnali vanno in questo senso. è una svolta epocale: ora ci aspettiamo di aumentare il numero dei nostri iscritti sia riavvicinando al Fondo chi non riusciva più a rinnovare l’iscrizione, sia suscitando l’interesse di altri manager e di conseguenza aumentando il numero degli iscritti a Federmanager.

Perché scegliere la domiciliazione bancaria, in generale, oltre che per accedere alla rateizzazione?

Perché dà garanzia di copertura. Ricordiamo infatti che le prestazioni che vengono effettuate nel periodo di morosità non sono garantite. Procedere, quindi, con l’addebito bancario permette di evitare eventuali dimenticanze per il versamento del contributo garantendo la continuità di copertura da un anno all’altro. Inoltre non è necessario recarsi presso gli sportelli bancari per eseguire il versamento con evidenti vantaggi di comodità, oltre che di tracciabilità e sicurezza.

Con la nuova Legge di Bilancio c’è un’ulteriore spinta allo sviluppo del welfare aziendale. Siamo sulla strada giusta?

Direi proprio di sì. Dal nostro punto di vista, dare incentivi alle aziende per puntare su sistemi di sanità integrativa è fondamentale: l’obiettivo, e la nostra ambizione, è che gli incentivi stessi vengano allargati, oltre che ai lavoratori, a tutti i cittadini e soprattutto a inoccupati e pensionati, che ne avrebbero più bisogno. Questo è l’unico sistema per contenere la spesa sanitaria sostenuta di tasca propria dai cittadini (anche detta “out of pocket”, ndr) in un momento in cui molte persone stanno rinunciando ad alcune tipologie di cure, probabilmente a causa della perdurante crisi finanziaria. In particolare si è registrata una maggiore flessione per le spese odontoiatriche, le visite specialistiche, la diagnostica e la prevenzione.
Siamo inoltre soddisfatti, nello specifico, che nella Legge di Bilancio 2017 siano stati aumentati i plafond per le aziende anche se auspichiamo che questo limite venga ulteriormente incrementato per comprendere all’interno della manovra stessa i colleghi dirigenti che vorrebbero aumentare la contribuzione proprio ai fondi di assistenza sanitaria.

Marco Rossetti, Direttore Assidai

Presentazione di Welfare 24 ottobre-novembre

La parola al Presidente Assidai

Le ultime settimane hanno portato novità positive per Assidai, per i suoi iscritti e, in generale, per la sanità integrativa in Italia. Una delle più importanti è sicuramente la rateizzazione del contributo annuale di adesione al nostro Fondo per i Piani Sanitari Individuali: un’idea nata dalle esigenze manifestate da molti iscritti, che non riuscivano più ad affrontare il versamento in un’unica soluzione a fine anno.

Passare a quattro rate con cadenza trimestrale è una svolta cruciale per Assidai, che ha richiesto un grande lavoro di cui siamo orgogliosi. Per usufruire di questa possibilità, tuttavia, bisogna scegliere il canale della domiciliazione bancaria, che a sua volta offre vantaggi in termini di garanzia della copertura Assidai, di comodità e tracciabilità del contributo versato.

Altra novità di rilievo è l’accelerazione impressa dal Governo al welfare aziendale. Grazie agli incentivi previsti dalla Legge di Bilancio 2017 sono stati alzati i limiti reddituali per le agevolazioni a 80mila euro e l’importo dei premi potenzialmente detassati. Uno scenario certamente favorevole per i fondi sanitari integrativi che, in Italia, acquistano sempre più peso come elemento a supporto della sostenibilità del Sistema sanitario nazionale. Non solo: in futuro, come affermato dal professor Marco Leonardi che ci ha rilasciato un’intervista molto interessante, gli incentivi potrebbero essere ulteriormente potenziati. A vantaggio anche del nostro settore.

Tiziano Neviani, Presidente Assidai

Una metropoli da vivere in salute

Ecco il decalogo, realizzato da Health City Think Tank, per una città che interpreta il benessere come bene collettivo

Nei prossimi decenni la popolazione urbana rappresenterà il 70% di quella globale, mentre in Italia il 37% della popolazione già risiede nelle 14 Città Metropolitane. Bastano questi numeri per intuire come l’urbanizzazione e la configurazione attuale delle città offrano per la salute pubblica e individuale tanti rischi quante opportunità, anche e soprattutto nell’ottica della prevenzione. Per questo l’Organizzazione mondiale della Sanità ha coniato il termine “healthy city”, che descrive una città finalmente conscia dell’importanza della salute come bene collettivo e che, quindi, mette in atto delle politiche chiare per tutelarla e migliorarla.

In questo contesto si colloca Il Manifesto “La Salute nelle Città: il bene comune”, realizzato dall’Health City Think Tank: esso delinea i punti chiave che possono guidare le città a studiare e approfondire i determinanti della salute nei propri contesti urbani e a fare leva su di essi per escogitare strategie per migliorare gli stili di vita e lo stato di salute del cittadino. Ogni punto del Manifesto contiene le azioni prioritarie per il raggiungimento di questo obiettivo, promuovendo partenariati pubblico-privato per l’attuazione di progetti di studio sull’impatto dei determinanti di salute nei contesti urbani.

Infografica_Assidai

Rush finale su iscrizioni e rinnovi

C’è tempo fino al 31 dicembre. Termine a fine ottobre per il cambio del piano sanitario

Ancora tre mesi abbondanti. Scade il prossimo 31 dicembre il termine per effettuare nuove iscrizioni ad Assidai (o per rinnovarle) mentre fino al 31 ottobre coloro che sono già iscritti possono effettuare l’eventuale cambio di piano sanitario o comunicare l’eventuale disdetta.

Partiamo da una premessa, che è anche una domanda: chi si può iscrivere ad Assidai? Tutti i dirigenti e i quadri in servizio, pensionati o inoccupati iscritti alle organizzazioni territoriali che aderiscono a Federmanager oppure associati ad altra Federazione aderente alla Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità; oppure, ancora, i consulenti che svolgono attività di lavoro autonoma iscritti a Federprofessional. A tutti coloro che non sono ancora iscritti ad Assidai va ricordato che nessun altro fondo sanitario integrativo offre lo stesso ventaglio di agevolazioni e vantaggi a livello di benessere individuale e familiare. Tra questi spiccano: nessun limite di età e nessun questionario anamnestico, il mantenimento dell’iscrizione ad Assidai anche in caso di cambio di azienda, la validità delle coperture assistenziali in tutto il mondo, contributi ridotti per i più giovani e nessun anticipo del pagamento per le prestazioni effettuate in centri clinici convenzionati.

Del resto, anche nel 2016, Assidai ha continuato la sua politica di introduzione di significativi miglioramenti a favore degli iscritti. Nel 2015 erano già stati mossi passi importanti in questo senso: il Fondo, per esempio, si era fatto carico dell’Iva non più rimborsata dal Fasi a seguito del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) tra Federmanager e Confindustria (fine 2014) e aveva esteso la copertura sulla non autosufficienza anche al coniuge o al convivente more uxorio.
Inoltre, continuano a confermarsi tempi medi di rimborso inferiori alla metà dei 60 giorni previsti dallo statuto, a fronte di un ampio network convenzionato presente su tutto il territorio nazionale e utilizzato con sempre maggior frequenza.

Il jolly domiciliazione

Semplicità, comodità, velocità, tracciabilità e sicurezza. Rinnovare l’iscrizione ad Assidai usando la domiciliazione bancaria presenta vantaggi sia per il Fondo, che diventa più efficiente grazie alla riduzione dei costi amministrativi e di gestione, sia per gli iscritti. Le parole chiave sono cinque e riassumono il senso e la razionalità di questa scelta:

  • Semplicità: basta compilare e firmare il modulo SEPA che Assidai predispone e rinviarlo tramite posta (Via Ravenna 14, 00161 Roma) o fax ai numeri 06 44252612 – 06 92958406.
  • Comodità: una volta inviato il modulo, l’iscritto non dovrà più fare nulla.
  • Velocità: l’uso della domiciliazione evita inutili code agli sportelli bancari.
  • Tracciabilità: ciascun iscritto avrà direttamente sul proprio conto corrente traccia del contributo versato.
  • Sicurezza: l’iscritto non correrà il rischio di dimenticare di versare il contributo ad Assidai e sarà così sempre tutelato.

La vera svolta parte dalla nutrizione

A livello mondiale, il fumo di sigaretta e il binomio guerre-terrorismo “costano” economicamente più dell’obesità

Sono almeno 17 milioni gli italiani che soffrono di malattie legate a problematiche nutrizionali, con un impegno economico per la collettività non inferiore ai 25 miliardi di euro l’anno. Un trend in crescita, purtroppo, sia per il nostro Paese sia per il resto del mondo, fortemente correlato alla diffusione di stili di vita errati, non contrastabili con il solo intervento sanitario (preventivo e curativo). Basta pensare che, in termini di aggravio economico a livello mondiale, la sola obesità si colloca al terzo posto dopo il fumo di sigaretta e il binomio guerre-terrorismo. Per la prevenzione, poi, in Italia attualmente si spende circa il 4,2% della spesa sanitaria, a fronte del 5% prestabilito, laddove già uno studio Ocse 2010 ha evidenziato come in alcune nazioni (Canada, Olanda, Spagna, Francia, USA) un incremento (+1%) della spesa in prevenzione abbia portato a una progressiva riduzione (-3%) della spesa per prestazioni curative.
Ecco perché serve una stretta interazione fra i vari “attori” del sistema: consumatori, nutrizionisti, mondo agricolo, ma anche politici e amministratori. In questo senso, l’Adi – l’Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica – con il “Manifesto delle criticità in Nutrizione Clinica e Preventiva per il quadriennio 2015-2018” ha voluto affrontare questa problematica in maniera strutturale e concreta.