Assidai non è solo assistenza sanitaria integrativa

Le prestazioni comprendono anche le coperture vita, infortuni e invalidità (art. 12 CCNL Dirigenti Industria)

Le prestazioni previste dallo statuto di Assidai comprendono come noto anche quelle relative all’invalidità e/o morte per malattia e/o infortunio. Queste coperture sono previste all’art. 12 del CCNL Dirigenti Industria che impone alle aziende di stipulare idonee coperture assicurative per garantire tre fattispecie:

  • in caso di premorienza o invalidità totale e permanente da malattia non professionale un capitale pari a € 300.000 ove il dirigente abbia coniuge e/o figli a carico, ridotto a € 200.000 se single;
  • in caso di premorienza da infortunio o da malattia professionale, un capitale pari a 5 volte la retribuzione annua lorda;
  • in caso di invalidità parziale e/o totale da infortunio o da malattia professionale, un capitale pari a 6 volte la retribuzione annua lorda.

Il mercato assicurativo propone una pluralità di offerte, ma solo l’analisi tecnica di ogni clausola contrattuale permette di garantire la piena aderenza a quanto previsto dal CCNL. Ciò, in un mercato aperto e concorrenziale, ha portato alla nascita di molteplici prodotti che si differenziano non solo dal punto di vista economico e tecnico: una serie di clausole contrattuali, deroghe alle condizioni generali, presenza di garanzie accessorie, accertamento delle invalidità diverse fra loro, esclusioni e limitazioni diverse.

Ma qual è il contratto più aderente alle disposizioni del CCNL? Cosa deve fare l’azienda per scegliere soluzioni assicurative in linea con il Ccnl ma competitive nei costi?

Su questo punto le aziende hanno spesso trascurato gli aspetti tecnici a vantaggio di condizioni economiche più vantaggiose che, in alcuni casi, le hanno portate a dover risarcire direttamente il danno sofferto dal dirigente ogni qualvolta le fattispecie tutelate dal CCNL ex art. 12 non trovavano analoga copertura nella polizza stipulata dal datore di lavoro.

Assidai, da sempre a fianco di aziende e dirigenti, tramite il proprio broker Praesidium garantisce, invece, il rispetto di tutte le clausole contrattuali a condizioni economiche molto vantaggiose e fornisce completa assistenza per una corretta istruzione della richiesta di sinistro.

Il Fondo mette a disposizione per ciascuna azienda e per i suoi dirigenti uno specialista dedicato che possa informare e seguire il dirigente e/o i familiari per tutto l’iter del sinistro.

Per ultimo, ma non meno importante, c’è l’aspetto fiscale e contributivo del programma assicurativo. Queste coperture, infatti, possono avere un impatto fiscale e contributivo diverso a seconda della modalità di attuazione utilizzata, pertanto è importante conoscerne le diverse opportunità.

Le coperture previste da Assidai rispondono alle esigenze delle aziende di avere:

  • un costo competitivo;
  • la migliore modalità di attuazione per quanto riguarda fiscalità e contributi;
  • la perfetta aderenza alle disposizioni del CCNL dirigenti industria;
  • la migliore assistenza in caso di sinistro.

Per maggiori informazioni scrivere a aziende@praesidiumspa.it.

Crolla il PIL ma la sanità pubblica ha tenuto

Il Rapporto annuale Istat prevede per l’Italia un calo record dell’economia pari all’8,3% nel 2020. Tuttavia, evidenzia anche come il SSN abbia retto l’urto del Covid-19.

A metà 2020 il quadro economico e sociale italiano si presenta straordinariamente complesso e incerto. Se già il 2019 aveva mostrato un rallentamento, quest’anno ha purtroppo registrato il forte impatto della crisi sanitaria legata al Coronavirus che già nel primo trimestre ha causato un crollo del PIL del 5,3% rispetto al trimestre precedente. I segnali più recenti provenienti dall’economia? Inflazione negativa, calo degli occupati, marcata diminuzione della forza lavoro e caduta del tasso di attività con una prima risalita del clima di fiducia nelle ultime settimane. Così, per tutto il 2020, si stima un crollo del PIL dell’8,3%, diffuso praticamente a tutti i settori economico, che verrà recuperato solo in parte l’anno prossimo.

È questa la fotografia della congiuntura italiana scattata dall’ISTAT nel rapporto annuale presentato a inizio luglio. Un quadro certamente complicato, che rischia di avere pesanti ripercussioni sia a livello di conti pubblici (in particolare con l’aumento del debito) sia a livello di imprese, molte delle quali – principalmente a causa del lockdown – sono in crisi di liquidità e fino ad oggi sono rimaste a galla grazie ai sussidi offerti dallo Stato.

In tutto ciò, tuttavia, l’Istituto Nazionale di Statistica non manca di sottolineare come, ancora una volta, la nostra sanità pubblica ha dato prova di resilienza, di efficacia e di equità, reggendo l’urto di una pandemia che ha visto l’Italia tra i Paesi più colpiti.

“L’emergenza sanitaria – sottolinea il documento – interviene a valle di un lungo periodo in cui il Servizio Sanitario Nazionale è stato interessato da un forte ridimensionamento delle risorse”: dal 2010 al 2018 la spesa sanitaria pubblica è aumentata solo dello 0,2% medio annuo a fronte di una crescita economica dell’1,2%. Nonostante ciò – si aggiunge – “è riuscito a reggere, pur con difficoltà, l’impatto dell’emergenza sanitaria stessa”. “Negli ospedali – aggiunge l’Istat – si è riscontrata la diminuzione dei ricoveri per malattie ischemiche di cuore e per malattie cerebrovascolari, ma allo stesso tempo il sistema ha mantenuto inalterata la capacità di trattamento tempestivo e appropriato di queste patologie una volta ospedalizzate”; infine, “si è ridotta drasticamente l’offerta di interventi di chirurgia elettiva non urgente ma quella per interventi non differibili in ambito oncologico e ortopedico sembra non aver subito contraccolpi”.

Commissione UE e Fondo monetario: performance choc per l’economia italiana ed europea

Se l’ISTAT per quest’anno per l’Italia prevede un calo del PIL dell’8,3%, di recente la Commissione Europea ha stimato un crollo dell’11,2%, il peggior dato del Vecchio Continente, per risalire al +6,1% nel 2021. Nel complesso, il PIL della zona euro scenderà secondo la Commissione a -8,7% nel 2020. I dati peggiori per quest’anno, oltre a quello dell’Italia, sono Spagna (-10,9%) e Francia (-10,6%). Per Bruxelles si tratta di “una recessione ancora più profonda” delle attese, e con “divergenze più ampie”. Anche il Fondo Monetario Internazionale (FMI) nelle scorse settimane ha rivisto a ribasso le stime di crescita economica per il 2020, annunciando allo stesso tempo che la ripresa per il prossimo anno sarà ancora più lenta di quanto inizialmente previsto.

Per l’Italia l’istituto di Washington prevede un PIL in picchiata al -12,8%, uno dei dati peggiori assieme a quello della Spagna. Per quanto riguarda le economie avanzate, in generale si prevede una contrazione dell’8%, mentre per l’Eurozona si calcola un -10,2 per cento.

La salute richiede competenza

Il punto di vista di Stefano Cuzzilla, Presidente Federmanager

Potremmo avere un domani migliore dopo aver affrontato, e non ancora scongiurato, una pandemia mondiale.

Siamo ancora in tempo per costruire una nuova normalità mettendo però in cima all’agenda la salute di tutti e continuando a seguire con attenzione le raccomandazioni delle istituzioni per contenere la diffusione del virus. Il Covid-19 ha messo a dura prova il nostro Servizio Sanitario Nazionale: dobbiamo occuparci di come rafforzarlo, rivedendo anche il sistema di governance.

Stiamo affrontando la più grande crisi sanitaria, economica e sociale degli ultimi decenni, l’unica davvero globalizzata, e questo impone non solo di ripensare le regole comuni ma di puntare anche a costruire un sistema sanitario europeo, integrato nelle policy e negli strumenti. È in Europa, infatti, che si gioca la più importante delle partite: decidere l’entità delle risorse da liberare e scegliere come utilizzarle. Mai come in questo momento ci vuole competenza, a tutti i livelli. Dobbiamo affidarci a chi, come i manager d’azienda, dimostri di possedere le capacità di gestione della complessità. Ne abbiamo dato prova nell’emergenza, ora dobbiamo riconoscere il primato a doti organizzative, competenze tecniche specifiche e grande leadership per riprogettare il futuro.

 

Caldo, cibo, sole: la prevenzione non va in vacanza

Alcuni consigli da seguire per vivere in salute la stagione più attesa dell’anno

Sole, mare e montagna ma anche caldo, pasti fuori casa e rischio di scottature. Per molti l’estate è la stagione più bella (e più attesa dell’anno) ma essa presenta anche dei rischi su cui riporre particolare attenzione.

A partire dall’alimentazione: bere e mangiare correttamente – sottolinea il Ministero della Salute – contribuisce ad affrontare l’afa e a ridurre i rischi per la salute dovuti alle ondate di calore, in particolare la disidratazione. Quando fa molto caldo, infatti, i bambini, le donne in gravidanza e gli anziani possono soffrire di più e essere maggiormente esposti al rischio di disidratazione.

A tale proposito, secondo il Dicastero della Sanità, ci sono alcuni consigli chiave da seguire. Innanzitutto, bere almeno due litri (otto bicchieri) di acqua al giorno, moderando al contempo il consumo di bevande con zuccheri aggiunti e di alcolici, rispettare il numero e gli orari dei pasti (in particolare non trascurando mai una adeguata prima colazione), aumentare il consumo di frutta e verdura di stagione e yogurt e ridurre drasticamente quello di cibi ricchi di grassi. Inoltre, si aggiunge, bisogna preparare i piatti con fantasia, privilegiando cibi freschi, facilmente digeribili e ricchi in acqua (completando il pasto con un bel frutto) e – se proprio si vuole fare uno strappo alla regola – consumare un gelato o un frullato può essere un’alternativa al pasto di metà giornata. Infine, meglio usare poco sale (preferibilmente iodato) e rispettare le modalità di conservazione degli alimenti, mantenendo la catena del freddo per gli alimenti che lo richiedono (borsa termica per il pic-nic).

Altro aspetto chiave dell’estate, forse ancora più importante, è quello della protezione della pelle, in particolare per evitare i rischi di insorgenza del melanoma, il tumore della cute. In questo caso, i principali esperti in materia indicano un vademecum piuttosto chiaro da rispettare. Non bisogna stare al sole a tutti i costi: anzi, meglio restare all’ombra quando serve, tenendo sempre presente che i raggi del sole sono più forti nelle ore centrali e indumenti protettivi come cappelli e occhiali sono consigliabili. Va sempre applicata (anche quando è nuvoloso) una protezione solare ad ampio spettro, resistente all’acqua e con fattore di protezione dai 30 in su. Non solo: va riapplicata ogni due ore e comunque dopo ogni bagno o ogni volta che si suda in maniera abbondante, senza dimenticare che anche acqua e sabbia possono riflettere i raggi del sole aumentato le possibilità di scottarsi.

 

Il Presidente Neviani: “Operatività non stop, dal 1° luglio rientro fisico in ufficio”

Intervista a Tiziano Neviani, Presidente Assidai: “Assidai è stato e sarà sempre vicino agli iscritti, anche con il Covid-19, visto che nel proprio Statuto e Regolamento non prevede alcuna esclusione del rischio pandemia.”

Come ha affrontato Assidai il periodo delicato del Covid-19? “Abbiamo subito aderito alle indicazioni istituzionali: anche per l’uso dello smart working siamo stati immediatamente operativi, perché avevamo già attrezzato la struttura e i dipendenti con i mezzi adeguati”. Il ritorno alla normalità? “Dal primo luglio abbiamo deciso di ritornare fisicamente in ufficio offrendo a tutti i dipendenti la possibilità di sottoporsi ai test sierologici. In ogni caso la nostra operatività nei confronti degli iscritti è sempre rimasta al 100% e tale resterà in qualsiasi situazione visto che il nostro principale obiettivo è offrire loro il miglior servizio possibile”.  Timori per una seconda ondata della pandemia? “Inutile nasconderli, in autunno il Covid-19 potrebbe riprendere vigore: ci auguriamo tutti che un vaccino possa rappresentare la svolta”.

Tiziano Neviani è Presidente di Assidai dal 2015: originario di Cremona, dove lavora come manager nel gruppo metallurgico Arvedi, non nasconde di aver vissuto la pandemia con grande preoccupazione, anche perché la nostra città – spiega – è stata forse la più colpita in Italia in proporzione al numero di abitanti.  Ma ci tiene a precisare subito un concetto: “Assidai è stato e sarà sempre vicino ai propri iscritti, anche in una situazione inimmaginabile come il Covid-19, visto che nel proprio Statuto e Regolamento non prevede alcuna esclusione del rischio pandemia”.

Presidente, come ha reagito Assidai alla pandemia di Covid-19?

Appena c’è stata l’evidenza del contagio, gli uffici di Assidai sono stati immediatamente chiusi a tutela dei lavoratori per aderire all’esigenza di limitare i contatti tra le persone e per contenere la diffusione del virus. Il Fondo ha fornito ai lavoratori gli strumenti informatici necessari per lavorare in modalità remota e tutto lo staff con impegno e senso di responsabilità ha garantito la piena operatività di tutti i servizi erogati, senza soluzione di continuità. Ha funzionato tutto molto bene e, in certe occasioni, posso confermare che le riunioni svolte da remoto sono state anche più efficaci di quelle svolte “de visu”.

Ecco credo che proprio questa possa essere considerata un’opportunità per il futuro: questi sistemi possono funzionare sempre, evitando in alcuni casi i viaggi e facendoci risparmiare, ove non necessari, i tempi, le spese e la fatica fisica per gli spostamenti.

Che effetti ci sono stati, invece, sull’operatività del Fondo?

Nel periodo di lockdown il ricorso degli iscritti alle cure mediche si è ridotto drasticamente, in primo luogo perché molte strutture sanitarie avevano limitato se non inibito l’accesso al pubblico anche per evitare il rischio di contagio. Ora constatiamo che il trend sta tornando verso la normalità. Vorrei precisare una cosa, però, che nei mesi scorsi avevamo subito comunicato agli iscritti: Assidai, essendo un fondo di assistenza sanitaria gestito con i più sani principi di mutualità e solidarietà, non prevede nel proprio Statuto e Regolamento alcuna esclusione del rischio pandemia e, anche nel caso di una diagnosi di Covid-19, sono confermate tutte le garanzie previste dai Piani Sanitari degli iscritti. Questo è un aspetto molto importante che contraddistingue la nostra realtà rispetto ad altre iniziative e ci permette di essere vicini agli iscritti e alle loro famiglie sempre, in qualsiasi situazione e momento della vita, anche il più inimmaginabile come l’emergenza Coronavirus.

Lei è diventato Presidente nel 2015 (oggi è nel suo secondo mandato) e tra i punti cardini del suo programma c’era il potenziamento dell’innovazione tecnologica per gli iscritti e per il Fondo. Un percorso di cui avete colto i frutti durante l’emergenza.

L’operatività nei confronti degli iscritti era e sarà sempre al 100%. Era possibile inviare le richieste di rimborso online prima della pandemia e ci eravamo già dotati di un sistema che consentiva la connessione ai nostri server anche da remoto. Siamo sempre stati molto sensibili sul tema della digitalizzazione per questo anche il restyling delle aree riservate per iscritti e aziende è stato un lavoro prioritario per noi. Oggi siamo al passo con i tempi anche per la comunicazione digitale sui social media, sempre più importanti nell’epoca in cui viviamo.

Come prevede che evolverà il Coronavirus? Avremo una seconda ondata in autunno?

Quello che succederà adesso è tutto da scoprire. In Lombardia la situazione è stata drammatica e la mia città, Cremona, credo che sia stata la più colpita in Italia in proporzione al numero di abitanti. Ora le cose sono migliorate molto e credo che gli attuali test sierologici siano di grosso aiuto visto che diverse persone erano e sono malate asintomatiche. è ovvio che siamo tutti preoccupati per un eventuale ritorno della pandemia in autunno: mi auguro che arrivi presto un vaccino che dia una svolta.

Un’ultima domanda: lei collabora con un gruppo importante, l’acciaieria Arvedi, lì come avete gestito la pandemia?

Siamo stati in grado di affrontare l’emergenza in modo ottimale a mio avviso, il lockdown non ha fermato la nostra attività. Il nostro Presidente Giovanni Arvedi si è mosso subito e ha sempre avuto occhio di riguardo per la sicurezza dei lavoratori: mascherine, misurazione della febbre e tutto quanto necessario è stato fornito immediatamente, con investimenti significativi. Arvedi ha 3.500 dipendenti e pochissimi si sono ammalati, spesso contraendo il virus all’esterno.

 

Fasi-Assidai, nuova proposta sanitaria unica per le imprese

Le aziende industriali oggi hanno una nuova grande opportunità: aderire alla proposta unica Fasi-Assidai, una copertura integrativa che garantisce ai dirigenti in servizio un’assistenza sanitaria completa. Infatti, attraverso la proposta unica essi potranno godere dell’incremento economico quasi totale delle prestazioni previste dal Nomenclatore Tariffario del Fasi stesso.

Ma che cosa prevede nel dettaglio la proposta unica Fasi-Assidai sulla copertura integrativa per i dirigenti in servizio iscritti in forma collettiva? Per quanto riguarda le prestazioni sanitarie erogate, è previsto un rimborso fino al 100% del richiesto per i ricoveri con o senza intervento chirurgico e interventi ambulatoriali, fino a un massimo di 1 milione di euro l’anno per nucleo familiare nel caso in cui le prestazioni siano effettuate utilizzando la rete di case di cura ed equipe mediche convenzionate con il network IWS.

Nuova proposta sanitaria Fasi-Assidai, ecco numeri e dettagli

In caso di extra-ricovero è stabilito invece un rimborso fino al 90% del richiesto e fino ad un massimo di 25mila euro per nucleo familiare, sempre ovviamente in regime di convenzionamento diretto. Infine, per le cure odontoiatriche è previsto un rimborso fino al 90% dell’importo richiesto per le spese relative alle voci previste dalla Guida Odontoiatrica del Fasi in vigore e secondo i criteri liquidativi in essa riportati, fino ad un massimo di 12.500 euro l’anno per l’intero nucleo familiare. È compreso, inoltre, all’interno del contributo di adesione alla proposta unica, anche la copertura aggiuntiva in caso di non autosufficienza, una tutela fondamentale per avere una sicurezza a 360 gradi.

Nel nuovo CCNL dei manager c’è Assidai

Lo scorso 30 luglio Federmanager e Confindustria hanno firmato il rinnovo del Contratto collettivo per i dirigenti industriali che ha migliorato tutti gli aspetti chiave del rapporto di lavoro con particolare focus sul welfare. Inoltre, per la prima volta, nel contratto stesso è comparso Assidai, in un’ottica di reciproca collaborazione con il Fasi che rafforza il ruolo di entrambi nel panorama della sanità integrativa e contribuisce a salvaguardare il patto intergenerazionale tra dirigenti in servizio e pensionati. L’intesa tra i due Enti, realizzata attraverso IWS fornisce molte funzionalità a vantaggio degli iscritti e ottimizza le risorse per continuare a investire su temi chiave come la prevenzione sanitaria e le coperture per la non autosufficienza – Long Term Care.

La risposta di IWS

Il punto di vista di Stefano Cuzzilla, Presidente Federmanager

Abbiamo pensato a come rafforzare la nostra presenza nel mercato della sanità integrativa. Ci siamo interrogati su come riequilibrare l’offerta del Servizio Sanitario Nazionale, che necessita dell’apporto di un secondo pilastro solido e competitivo. Abbiamo avuto a cuore, soprattutto, i nostri associati, la cui salute è la nostra prima preoccupazione. La risposta, scritta nero su bianco nel contratto collettivo dei dirigenti, si chiama I.W.S. – Industria Welfare Salute, un progetto unico condiviso tra Confindustria, Federmanager e Fasi, che si incaricherà di consolidare la nostra posizione di leadership sul mercato. Come? Attraverso una valorizzazione dei servizi congiunti e un’ottimizzazione della spesa sanitaria, ponendo Fasi e Assidai come un solo interlocutore nei confronti di centri medici, case di cura, professionisti e strutture sanitarie. La proposta unica Fasi-Assidai costituisce lo strumento che ci consentirà di mantenere competitive le tariffe e la qualità dei servizi offerti. E di difendere così il patto intergenerazionale tra manager in servizio e pensionati. Le risorse salvaguardate potranno rafforzare l’investimento nei programmi di prevenzione degli assistiti e la tutela nei casi di non autosufficienza. La presenza di I.W.S. come player di mercato, in definitiva, garantirà a Fasi e Assidai un futuro nel segno dell’eccellenza.

IWS, il nuovo progetto per la sanità

Intervista a Luca Del Vecchio, direttore generale di IWS: “Vogliamo offrire servizi che garantiscano qualità, affidabilità e innovazione generando valore aggiunto per tutti gli stakeholder del settore”

“Puntiamo a essere una piattaforma di supporto per tutti gli operatori del welfare integrativo contrattuale con particolare riferimento al settore sanitario, comprese le prestazioni per la non autosufficienza”. Luca Del Vecchio, Direttore Generale di IWS – Industria Welfare Salute, sintetizza così il principale obiettivo della nuova società, nata di recente dall’esperienza di Confindustria, Federmanager e Fasi. “L’attenzione per le imprese e per gli assistititi è la nostra massima aspirazione”, aggiunge il manager.

Qual è il vostro spirito e che cosa vi proponete di fare?

Ci terrei a puntualizzare che nasciamo dall’esperienza di Fasi e dei nostri soci legati al welfare contrattuale. Ciò significa che conosciamo bene esigenze e bisogni di imprese, lavoratori e di tutto il mondo della filiera della sanità privata che fa riferimento a Confindustria. Vogliamo offrire ai nostri clienti servizi che garantisca- no qualità, affidabilità e innovazione generando valore aggiunto per tutti gli stakeholder del settore: assistiti, imprese, strutture e professionisti sanitari.

Quale è il valore aggiunto di IWS per il Fasi, per Assidai e per i loro iscritti?

Direi assolutamente la capacità innovativa. Fasi e Assidai hanno un know how pluridecennale (Fasi è sul mercato da oltre 40 anni e Assidai da 30) da valorizzare in un ambiente di natura commerciale quale IWS, che ci auguriamo possa essere messo a disposizione in futuro anche di altre realtà. Riservare la giusta attenzione per gli assistiti e per le imprese è il nostro massimo obiettivo, tenuto conto ovviamente di chi sono i nostri soci. Ritengo, inoltre, che poter contare su una società strumentale e al servizio direttamente degli assistiti, che fanno riferimento ai nostri azionisti, sia un valore aggiunto importante per tutti.

È stato appena lanciato il nuovo prodotto unico Fasi-Assidai per le aziende, quale ritiene siano i punti di forza di questa soluzione?

La ritengo una grande operazione frutto della partnership tra Fasi e Assidai realizzata tramite IWS. Il prodotto è del tutto innovativo basato su un’integrazione pressoché completa del nomenclatore tariffario Fasi a prezzi molto competitivi. Occorre inoltre sottolineare che anche la gestione della richiesta e dell’accesso alle prestazioni tramite il network IWS è unica per entrambi i Fondi, con evidenti vantaggi per gli iscritti e per le strutture sanitarie.

Da poco è anche partita la pratica unica e avete costituito il network di strutture sanitarie che sarà utilizzato sia da Fasi che da Assidai. Cosa può dirci di questi progetti?

Sia il network sia il progetto della pratica unica hanno caratteristiche distintive, visto che peraltro avverranno attraverso il nostro portale IWS. Ritengo siano iniziative che anche le aziende dei nostri assistiti possono e potranno apprezzare. Nello specifico il network ha già ottenuto i primi risultati importanti in termini di numeri di strutture aderenti, mentre la pratica unica avrà, tra l’altro, il vantaggio di ridurre i tempi di liquidazione, la carta e dunque la burocrazia.

Luca Del Vecchio è Direttore Generale di Industria Welfare Salute. Dal 2002, inoltre, siede nel consiglio di amministrazione del Fasi, di cui – dallo stesso anno – è Vicepresidente. Ha ricoperto incarichi di rilievo in Confindustria con particolare focus sulla sanità, sulle politiche industriali, sul welfare e sull’innovazione. Infine, ha lavorato come esperto del Ministero della Salute sul tema dei Fondi sanitari integrativi.

Welfare, la manovra conferma gli incentivi

Come l’anno scorso anche la Legge di bilancio 2020 non cambia il quadro normativo del welfare aziendale su deducibilità e conversione dei premi di risultato. Ricordiamo che nel triennio 2016-2018 il Governo aveva lanciato riforme che hanno sostenuto lo sviluppo di questo settore in Italia.

Ma quali sono le attuali agevolazioni fiscali e, più in generale, qual è il quadro normativo? La Manovra del 2017, come quella del 2016, era intervenuta con misure ad hoc muovendosi principalmente in due direzioni. Da una parte aveva deciso per un “allargamento” del perimetro del welfare aziendale che non concorre al calcolo dell’Irpef (includendo servizi tra cui l’educazione, l’istruzione e altri benefit erogati dal datore di lavoro, per poter fruire di servizi di assistenza destinati a familiari anziani o comunque non autosufficienti). Dall’altra parte aveva ampliato, nei numeri, l’area della tassazione zero per i dipendenti che scelgono di convertire i premi di risultato del settore privato di ammontare variabile in benefit compresi nell’universo del welfare aziendale stesso. In alternativa i benefit saranno soggetti a un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali pari al 10 per cento.

Nel dettaglio, il tetto massimo di reddito di lavoro dipendente che consente l’accesso alla tassazione agevolata è di 80mila euro, mentre gli importi dei premi erogabili sono di 3mila euro nella generalità dei casi e di 4mila euro per le aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro. Infine, la sanità integrativa può andare oltre il limite di deducibilità previsto dalle norme fiscali utilizzando il premio di produttività.

Al via il nuovo network IWS di strutture convenzionate

Garantire ai propri iscritti e a tutte le loro famiglie migliori servizi e tariffe più competitive presso le strutture sanitarie convenzionate, aumentando nel contempo il potere contrattuale nei confronti delle strutture stesse e dei professionisti selezionati per la nuova rete. Questi i principali obiettivi che Fasi e Assidai intendono perseguire con l’ausilio della nuova società IWS – Industria Welfare Salute – per operare nel campo del welfare sanitario.

Analogamente a quanto fatto dal Fasi, anche Assidai ha, quindi, deciso di affidare a IWS l’incarico di convenzionamento e gestione dei rapporti con le strutture sanitarie, socio-sanitarie e i loro medici/chirurghi/odontoiatri.

Dal 1° gennaio 2020 gli iscritti Fasi-Assidai hanno, dunque, un network di strutture sanitarie unico al quale potersi rivolgere, che consente – ferma l’eccellenza qualitativa delle prestazioni erogate – un’ottimizzazione dei costi della spesa sanitaria e dei servizi congiunti, valido per entrambi i Fondi. Le strutture convenzionate sono in continua fase di aggiornamento e sono consultabili sui siti industriawelfaresalute.it, fasi.it e assidai.it.

Per ogni ulteriore informazione c’è il Contact Center IWS al numero 06 955861, attivo, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.00 alle 18.00.

Gli iscritti ad Assidai ma non al Fasi potranno fare riferimento al consueto network di strutture sanitarie e professionisti convenzionati presente sul sito assidai.it.

iws strutture convenzionate