Ogni innovazione apre sì prospettive entusiasmanti, ma genera anche rischi e incertezze. È quello che sta accadendo con l’imponente sviluppo dell’intelligenza artificiale. A noi sta a cuore comprendere l’impatto che il suo uso avrà in campo sanitario. L’Intelligenza artificiale (IA), infatti, ridefinirà il modo con cui saranno diagnosticate e trattate le malattie, ma anche la stessa organizzazione dell’assistenza sanitaria.
Recentemente anche l’Ocse ha evidenziato benefici, opportunità e rischi insiti nell’uso dell’IA nella sanità. L’analisi di grandi quantità di dati, una medicina personalizzata, la previsione delle malattie con interventi precoci, la telemedicina, la scoperta e sviluppo di farmaci per finire con la chirurgia robotica, ci danno conto delle potenzialità nel migliorare la salute dei pazienti.
Ma non è tutto oro ciò che luccica e, infatti, ci sono molte ombre. Algoritmi distorti che potrebbero generare discriminazioni, violazioni nella sicurezza dei dati, l’automazione che potrebbe causare disoccupazione nel settore, sono tutte pericolose variabili da considerare in via preventiva. Ricordiamoci che l’uso di nuove tecnologie non è mai neutrale e che tali innovazioni toccano comunque la salute, uno dei beni primari dell’umanità. Il modo in cui verranno gestite potrà ridurre o incrementare le disuguaglianze: ecco perché i principi di universalità, sostenibilità, equità e appropriatezza delle cure devono restare ben saldi.