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health friendly company 2021

Un bollino di qualità per le aziende che promuovono la salute di genere in azienda

Pubblicato il 21 Maggio 2021 Andrea Bertoni In Home page, News /  

Un bollino di qualità per le aziende che si sono distinte nel garantire la tutela della salute delle proprie dipendenti o che hanno avviato un percorso virtuoso in tal senso. È questa l’ultima apprezzabile iniziativa della Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, che ha inventato il cosiddetto Bollino HCF (Health Friendly Company), un riconoscimento biennale – spiega lo stesso Osservatorio – alle realtà che hanno dimostrato di avere a cuore il benessere psichico e fisico delle donne, manifestando la volontà di affiancarle nel processo di informazione e sensibilizzazione in merito a salute della donna, prevenzione primaria e salute mentale.

Le donne al lavoro: il contesto e le conseguenze del Covid

Inquadrare il contesto e momento particolare in cui si inserisce l’iniziativa è certamente utile. Secondo l’Istat, infatti, su 10 posti di lavoro solo 4 sono occupati da donne e solo una donna su due è occupata in Italia, a conferma del fatto che l’ambiente di lavoro non favorisca il lavoro femminile.

I numeri dimostrano, inoltre, quanto la pandemia stia peggiorando la situazione: gran parte dei lavoratori che hanno perso il proprio impiego è composto da donne. Rispetto a dicembre 2019, infatti, ci sono 444 mila lavoratori in meno, 312 mila dei quali sono donne.

“L’emergenza Covid-19 ci ha portato a riflettere su quanto sia ancora più importante tutelare e promuovere la salute in tutti gli ambiti di vita, compreso quello lavorativo”, ha sottolineato al proposito Francesca Merzagora, Presidente della Fondazione Onda. “In questo contesto, – ha aggiunto – riteniamo che le aziende possano svolgere un ruolo molto attivo a livello di welfare fornendo alle proprie dipendenti tutti gli strumenti necessari per preservare e tutelare la propria salute in serenità e sicurezza”.

Da qui nasce il progetto HFC che “è da un lato un riconoscimento aziendale, dall’altro un modo per spronare le aziende a far sempre di più e meglio nell’ambito della salute di genere”, aggiunge. Del resto “l’attenzione alla salute dei dipendenti, non solo delle donne, e l’introduzione di nuove pratiche di welfare potrebbero favorire di riflesso anche l’occupazione femminile”.

In realtà, il discorso è più generale e si lega alle conseguenze della pandemia sotto questo particolare punto di vista. Essa, infatti, secondo Claudio Mencacci, Presidente della Società di NeuroPsicoFarmacologia che ha partecipato all’assegnazione dei bollini della Fondazione Onda,

“ha provocato un pesante impatto sulla salute mentale in particolare delle donne: ansia, depressione problemi legati al ritmo sonno-veglia sono peggiorati, anche e soprattutto nella popolazione che ha cambiato i propri ritmi lavorativi. Un recente studio su 6.700 italiani pubblicato su una rivista di Nature ha evidenziato come i lavoratori che hanno potuto uscire di casa e recarsi sul luogo di lavoro mantenendo così le loro abitudini, pur nella paura di infettarsi, sono stati i soggetti meno colpiti da sintomi depressive”. Ciò mentre lo smart working, pur se apprezzato dai lavoratori, ha provocato “alterazioni delle routine familiari e del work-life-balance, impattando negativamente sulla salute mentale: unitamente all’aumento di peso ha comportato un aumento nel consumo di psicofarmaci, in particolare di ansiolitici e ipnoinduttori in percentuali superiori al 12%”.

I criteri di assegnazione del Bollino Health Friendly Company

Ma come è stata decisa l’assegnazione del Bollino HFC? Essa è avvenuta sulla base di un questionario strutturato su specifici requisiti e validato da un apposito Advisory Board. Includeva domande relative all’impegno dell’azienda verso la tutela della salute dei propri dipendenti, tra cui attenzione al welfare aziendale, come retribuzione, orario flessibile, smart working, alle molestie sessuali di genere in ambito lavorativo, alle politiche a sostegno della maternità e della famiglia, alla promozione di campagne informative con l’obbiettivo di facilitare l’assunzione di stili di vita corretti. Da quanto è emerso, la salute mentale e l’attenzione per gli stili di vita sono gli ambiti in cui le aziende si sono dimostrate maggiormente sensibili. Sono, inoltre, molte le realtà che hanno potenziato i propri servizi per i dipendenti rispondendo alle esigenze emerse in epoca Covid-19 (servizi digitali, sportelli, ecc.).

Le realtà che hanno ottenuto il riconoscimento istituzionale Health Friendly Company 2021 sono state: Angelini Pharma, Azienda Ulss2 Marca Trevigiana, Banca Mediolanum, Cantabria Labs Difa Cooper, Daiichi Sankyo Italia, Danone, DHL Express Italy, Edwards Lifesciences Italia s.r.l., Esselunga S.p.A., EY S.p.A., GlaxoSmithKline e consociate, Gruppo Enav, Ipsen S.p.A., Janssen Italia, Leonardo Assicurazioni, Lundbeck Italia, Mediobanca – Banca Di Credito Finanziario, Merck, Novartis Farma, Roche S.p.A. – Roche Diagnostics S.p.A. – Roche Diabetes Care Italy S.p.A. e Teva Italia.

I valori di Assidai

L’attenzione al welfare aziendale, i valori del work-life balance, la solidarietà, la salute, la professionalità e la trasparenza sono tutti punti cardine dell’azione quotidiana di Assidai. E sono elementi che, come abbiamo visto, hanno mosso questa iniziativa della Fondazione Onda per premiare le aziende che tutelano le proprie dipendenti.

Perno di tutto ciò – come abbiamo più volte ricordato – è una filosofia di “personalizzazione” del rapporto di lavoro e di evoluzione delle relazioni industriali, non più basate soltanto sulla contrattazione collettiva, ma anche sulle relazioni personali. Senza dimenticare che sono sia l’impresa sia il dipendente (lavoratore o manager) a beneficiare di un rapporto fiduciario finalizzato a centrare obiettivi come i cosiddetti “work-life balance” (cioè l’equilibrio vita privata-lavoro) e “best place to work” (l’ambiente ideale per svolgere le proprie mansioni).

Un’approfondita ricerca svolta da Assidai, in collaborazione con Ipsos già nel 2015, aveva indagato a fondo queste tematiche, evidenziando come per i manager italiani fosse cruciale la protezione di una copertura sanitaria integrativa come elemento di tranquillità per la propria vita personale e professionale.

 

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