Per le donne la parola chiave è serenità: se diagnosticato in tempo il tumore è risolvibile
di Chiara Pistolese, Professoressa associata di Radiodiagnostica all’Università di Roma Tor Vergata e Responsabile U.O.S Senologia interventistica al Policlinico Tor Vergata
La parola chiave è “serenità” e vorrei far arrivare un messaggio di speranza a tutte le donne focalizzandomi su uno degli aspetti più importanti per affrontare il cancro al seno: la prevenzione. La diagnosi precoce, infatti, è la vera prevenzione di questa neoplasia: negli ultimi anni sono proprio le diagnosi tempestive che hanno consentito di ridurre significativamente il tasso di mortalità. Per questo il focus è “serenità”, perché il carcinoma alla mammella è risolvibile, se diagnosticato in tempo. Le donne non devono avere timore, ogni caso e ogni storia sono diversi: se è presente qualcosa che non va è meglio scoprirlo subito, perché solo così non diventa un problema. Talvolta, infatti, si può agire anche in regime ambulatoriale per risolvere la situazione.
Mi occupo di diagnostica e interventistica senologica da tanti anni e lo faccio con grande passione. Come donna so cosa significa sottoporsi a una mammografia e a un’ecografia: serve grande sensibilità perché questi tipi di controlli fanno paura alla maggior parte delle donne. È importante rivolgersi a centri altamente qualificati dove operano figure professionali specializzate e dedicate alla senologia con l’ausilio di apparecchiature e tecnologie di ultima generazione, fondamentali nell’individuare e interpretare piccole modificazioni appena si manifestano. La costante presenza di medici assicura il corretto e completo svolgimento degli esami arrivando quando necessario a una diagnosi nel minor tempo possibile al fine di garantire l’approccio terapeutico più adeguato. Parliamo, infatti, di un tumore subdolo, che non dà sintomi nella maggior parte dei casi. Da un controllo annuale potrebbe arrivare una risposta inaspettata ma, ad oggi, sappiamo che questo è l’unico modo per diagnosticare le lesioni quando sono ancora molto piccole, quando abbiamo, dunque, i mezzi terapeutici per aggredirle e guarire.
Secondo le ultime statistiche AIRC, nel 2024 in Italia, escludendo i carcinomi della cute non melanomi, i tumori in assoluto più frequenti sarebbero quelli della mammella (53.686 casi circa) e rappresentano una delle cause di morte più frequenti. Sappiamo bene che per prevenire qualsiasi tipo di cancro, adottare stili di vita corretti svolge un ruolo cruciale. Tuttavia, per il tumore al seno il valore dello screening, inteso come esecuzione di controlli strumentali periodici, è fondamentale e determinante per sconfiggere questa neoplasia.
Numerosi fattori influenzano la sopravvivenza per tumore della mammella: lo stadio della lesione al momento della diagnosi, il grado istologico del tumore, lo stato dei recettori ormonali e altri parametri biologici. I progressi scientifici, intesi sia in termini di avanzamento delle terapie oncologiche sia di nuove metodiche di imaging che consentono diagnosi tempestive e accurate, hanno significativamente incrementato la sopravvivenza nelle donne affette da questa patologia. Dai dati riportati in letteratura, la sopravvivenza a cinque anni per donne con diagnosi di carcinoma mammario diagnosticato al I° stadio – ovvero quando vengono riscontrati agli esami diagnostici lesioni con dimensioni inferiori ai 2 cm, senza interessamento linfonodale né secondario a distanza – arriva quasi al 100%, ma si riduce al 26% per le pazienti che hanno ricevuto la diagnosi al IV° stadio, quando il tumore si è già diffuso ad altri organi (ossa, fegato, polmoni).
Per quanto riguarda le tipologie di controlli mi preme sottolineare come essi vadano iniziati dai 40 anni; tra le indagini convenzionali, la mammografia va sempre associata a un’ecografia. I due esami, infatti, sono complementari e devono essere effettuati contestualmente, non a mesi di distanza: solo così possono dare una visione globale della situazione. Gli esami poi vanno ripetuti con cadenza annuale o secondo le indicazioni che i medici daranno alla paziente. La mia testimonianza come esperta è tesa a far comprendere alle donne che non bisogna avere timore e che sottoporsi a controlli periodici è l’unico strumento a propria disposizione per vincere questa patologia.
Chiara Pistolese
Medico chirurgo specialista in Diagnostica per immagini, è Responsabile U.O.S Senologia interventistica al Policlinico Tor Vergata e Professoressa associata di Radiodiagnostica all’Università di Roma Tor Vergata. è, inoltre, Direttrice del Master universitario II livello “Tecniche avanzate di interventistica senologica” e del Master universitario I livello “Ruolo del tecnico di radiologia in diagnostica e interventistica senologica” ed esercita attività privata di diagnostica e interventistica senologica presso la Clinica Ars Biomedica a Roma.