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malattie non trasmissibili cosa sono

Alcol, fumo e alimentazione: come battere le Malattie Non Trasmissibili

Pubblicato il 4 Maggio 2018 master In Home page, News /  

Analisi dati Rapporto Osservasalute 2017 e importanza della prevenzione

Le cosiddette Malattie Non Trasmissibili (MNT) uccidono 40 milioni di persone ogni anno, pari a circa il 70% di tutti i decessi a livello mondiale. In particolare, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono quattro i gruppi di malattie killer responsabili dell’80% dei decessi prematuri legati alle MNT:

  • infarto e ictus (17,7 milioni di morti),
  • tumori (8,8 milioni),
  • malattie respiratorie (3,9 milioni principalmente asma e bronco pneumopatia cronico ostruttiva)
  • diabete (1,6 milioni).

XV Rapporto Osservasalute 2017

A rivelare questi dati è il XV Rapporto Osservasalute 2017, pubblicato di recente dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni italiane (Università Cattolica di Roma), e coordinato dal Direttore dell’Osservatorio e Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), Walter Ricciardi.

Una mappa approfondita sullo stato della Sanità italiana, Regione per Regione, che evidenzia – partendo dai dati aggregati a livello mondiale – come la prevenzione possa giocare un ruolo fondamentale per abbattere le morti legate alle Malattie Non Trasmissibili.

Altri numeri sono lì a dimostrarlo: nel mondo, il fumo di tabacco causa 7,2 milioni di morti ogni anno (compresi gli effetti dell’esposizione al fumo passivo) con previsioni di notevole aumento nel corso dei prossimi anni. All’eccesso di sale, concausa dell’ipertensione, sono attribuibili 4,1 milioni di decessi annuali, mentre all’uso di alcol, non solo l’eccesso, sono legati oltre 3,3 milioni di decessi annuali e più di oltre 200 patologie, tra cui numerosi tipi di cancro. L’insufficiente attività fisica causa 1,6 milioni di morti ogni anno mentre all’aumento della pressione arteriosa sono attribuiti circa il 19% di morti globali, cui seguono in termini di impatto il sovrappeso/obesità, l’iperglicemia (glicemia alta) e l’iperlipidemia (elevati livelli di grassi nel sangue).

A fronte di queste cifre è facile intuire come la semplice prevenzione di comportamenti scorretti (o la pratica di abitudini sane) – due fronti sui quali Assidai, Fondo di assistenza sanitaria integrativo, si è sempre impegnato in prima linea – possono dare risultati e miglioramenti importanti. E su questo punto va dato atto all’Italia di essersi posta un obiettivo importante: la riduzione del 25% delle morti premature da MNT entro il 2025.

L’analisi delle Malattie Non Trasmissibili in Italia

Vediamo ora i principali risultati dell’analisi di Osservasalute sulla diffusione, in Italia, di alcuni dei principali fattori di rischio che determinano la mortalità legata alle Malattie Non Trasmissibili, ovvero fumo, consumo di alcol, alimentazione non corretta ed eccesso di peso.

Fumo, un calo “rallentato”

In Italia i fumatori sono 10,43 milioni, di cui poco più di 6,3 milioni di uomini e oltre 4,1 milioni di donne: si tratta del 19,8% della popolazione di 14 anni ed oltre. Il numero di coloro che fumano è rimasto pressoché costante a partire dal 2014, anche se il numero medio di sigarette accese al giorno continua a diminuire in un trend continuo dal 2001, da una media di 14,7 sigarette nel 2001 a 11,5 del 2016, una variazione che conferma la tendenza alla riduzione di tale abitudine.  La più alta prevalenza di fumatori si continua a registrare in Campania (23,4% della popolazione di 14 anni ed oltre), seguita da Umbria (22,8%) e Basilicata (21,5%); la Calabria invece è in coda alla classifica (15,9%). Altro dato statistico interessante: i fumatori più accaniti sono gli uomini rispetto alle donne (12,5 contro 9,9 sigarette).

Alcol, 1 giovane su 5 a rischio

Nel 2016, la prevalenza italiana dei non consumatori, ossia di coloro che non hanno consumato alcol sia durante l’anno precedente che nel corso della vita (astinenti degli ultimi 12 mesi ed astemi) di età superiore a 11 anni, è stata del 34,4% ed è rimasta pressoché uguale rispetto al 2015. In pratica un italiano su tre non ha mai toccato alcol e non l’ha fatto nell’ultimo anno.

A livello territoriale, inoltre, si rileva un importante incremento dei non consumatori in Abruzzo, Calabria e Piemonte. Passiamo ora alle note dolenti ovvero i consumatori “a rischio”. Per definirli tali si utilizzano le cosiddette Unità Alcoliche: una di esse equivale a un bicchiere di vino da 125 ml o una lattina di birra da 33 ml o un coocktail. Un adulto a rischio, per esempio, è chi dichiara di avere consumato giornalmente (con una certa continuità) due unità alcoliche oppure di averne consumate sei assieme in un’unica occasione; per donne e minorenni le quantità soglia scendono. Ebbene, in Italia i consumatori giovani a rischio (11-17 anni) sono il 20,4% della categoria, gli adulti a rischio sono il 19,2% degli uomini e l’8,5% delle donne e i consumatori anziani a rischio (da 65 anni) il 36,2% degli uomini e l’8,3% delle donne. Si tratta, in generale, di dati stabili rispetto al 2015.

Alimentazione, ancora lontani dall’obiettivo

Qui l’obiettivo è chiaro e ambizioso: consumare almeno cinque porzioni di VOF (Verdura, Ortaggi o Frutta) ogni giorno. Qual è la situazione in Italia? Nel 2016, circa tre quarti (74,5%) della popolazione di 3 anni ed oltre dichiara di consumare giornalmente frutta; meno diffuso il consumo di verdura, che riguarda in media poco più della metà della popolazione (52,6%), e di ortaggi, che risulta pari al 45,9%. I consumi giornalieri di verdura e ortaggi sono più diffusi nelle regioni del Nord e del Centro, mentre al Meridione e al Centro si osservano prevalenze più elevate nel consumo giornaliero di frutta. Prendendo in considerazione le porzioni di VOF consumate giornalmente, si osserva come, in tutte le regioni, il consumo sia diffusamente al di sotto dell’obiettivo delle 5 porzioni e si attesti, principalmente, tra le 2-4 porzioni.

Sovrappeso e obesità, allarme bambini

In Italia, nel 2016, più di un terzo della popolazione adulta (35,5%) è in sovrappeso, mentre poco più di una persona su dieci è obesa (10,4%); complessivamente, il 45,9% dei soggetti di età superiore a 18 anni è da considerarsi in eccesso ponderale (cioè dovrebbe perdere peso). Questi valori presentano sia piccole variazioni statisticamente significative a livello territoriale rispetto al 2015, sia un aumento dell’1% di persone obese e una diminuzione dell’1,4% delle persone in sovrappeso a livello nazionale.  Il vero tema, peraltro, è quello dei minori. I dati (media 2015-2016) mostrano che, in Italia, i bambini e gli adolescenti in eccesso di peso sono una quota considerevole pari al 24,7% con la prevalenza più elevata tra i bambini di età 6-10 anni.

Fattori di rischio delle Malattie Non Trasmissibili

Questo, dunque, il quadro dell’Italia sui fattori di rischio. L’indagine di OsservaSalute evidenza una situazione sostanzialmente stabile nell’ultimo biennio, ma per quanto l’Italia – sotto alcuni aspetti – sia meglio rispetto ad altri partner europei, la strada da percorrere resta ancora parecchia per migliorare la vita e la salute delle persone (specie in età avanzata) e per garantire una piena sostenibilità al Servizio Sanitario Nazionale.

Per concludere, ecco un breve vademecum (cinque regole da tenere sempre a mente) per ridurre i fattori di rischio legati alle Malattie Non Trasmissibili in base all’analisi del Rapporto OsservaSalute:

  • non fumare
  • non bere (o limitare il consumo sotto l’unica alcolica al giorno)
  • consumare cinque o più porzioni di frutta, ortaggi o verdura al giorno
  • evitare situazione di sovrappeso (specie nei bambini) con una corretta alimentazione
  • svolgere attività fisica con regolarità

 

 

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