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progetto orma disturbi alimentari

Progetto Orma, prevenzione e cura dei disturbi alimentari da Covid

Pubblicato il 17 Giugno 2022 Andrea Bertoni In Home page, News /  

“Emergenza sanitaria Covid-19. Modello di prevenzione sperimentale multidisciplinare integrato nei disturbi alimentari e disturbi da stress post-traumatici con orticoltura, interventi assistiti con gli animali e mindfulness”. Detto con un acronimo: Orma. È il progetto di ricerca, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), finanziato dal Ministero della Salute e nato grazie alla collaborazione degli psichiatri dell’Università Cattolica nel campus di Roma e del Policlinico Gemelli Irccs. Si tratta, in particolare, di un modello per la prevenzione e la cura dei disturbi alimentari e dei disturbi da stress post-traumatici nati in particolare dopo la fase acuta della pandemia da Covid e i complicati periodi di lockdown. L’iniziativa è stata realizzata grazie alle attività condotte in collaborazione con Coldiretti e le Associazioni Nitrì, Nutrimenti e Amore per la vita attraverso la cosiddetta pet therapy.

Il significato del progetto è perfettamente riassunto dalle parole del Professor Lucio Rinaldi, docente di Psichiatria al Dipartimento di Neuroscienze dell’Università Cattolica, responsabile del Day Hospital di Psichiatria-Area adolescenza, psicopatologia perinatale e disturbi del comportamento alimentare dell’Unità Operativa Complessa di Psichiatria della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, nonché Direttore del comitato tecnico-scientifico del progetto di ricerca. “Il progetto Orma – spiega l’esperto – è risultato particolarmente efficace nella prevenzione dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione che hanno subìto un notevole incremento proprio a seguito della pandemia e dei lockdown (secondo l’ISS di più del 40%), in particolar modo in adolescenti e giovani, ma anche negli adulti”.

Prevenzione, vale la pena sottolinearlo, è la parola chiave. Anche per Assidai, che l’ha sempre inserita tra i capisaldi della propria policy e della propria strategia, a beneficio degli iscritti. Del resto, è risaputo come proprio la prevenzione primaria, cioè l’adozione di stili di vita corretti, sia il principale strumento a nostra disposizione per limitare l’incidenza delle malattie croniche; contemporaneamente, la prevenzione secondaria – cioè eseguire screening ed esami periodici – è il miglior modo per scoprire in anticipo, e dunque con maggiore probabilità di cura, le cronicità stesse.

L’allarme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sulla salute mentale post pandemia

L’idea dell’ISS e dell’Università Cattolica risponde all’invito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che, a seguito dell’emergenza da coronavirus, ha invitato i governi nazionali ad affrontare con urgenza il problema della salute mentale, potenziando le azioni specifiche di assistenza sul territorio, ma anche i progetti di prevenzione. Da qui, anche sulla base di evidenze scientifiche, l’intuizione di intervenire con un approccio innovativo e transdisciplinare, costruendo un modello sperimentale integrato nei disturbi alimentari e nei disturbi da stress post-traumatici con interventi specifici di orticoltura-interventi assistiti con gli animali e mindfulness. In particolare, – si spiega – il contatto con la natura, previsto nel protocollo integrato, ha l’obiettivo di migliorare i sintomi ansioso-depressivi e il disagio emotivo dei pazienti con varie patologie psichiatriche, configurandosi come una misura preventiva dei fattori favorenti lo sviluppo dei disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, in cui i sintomi si presentano come espressione di un disagio emotivo interno. In questo senso, l’orticoltura ha dimostrato grandi potenzialità dal punto di vista terapeutico e sociale e oggi è riconosciuta e ampiamente utilizzata nel recupero da stati di stress psicofisiologico.

Gli interventi assistiti con animali mirano al raggiungimento di benefici sia fisici sia psichici, attraverso la relazione che si instaura tra l’animale e la persona. La Mindfulness è invece una pratica meditativa di osservazione non giudicante della propria esperienza interiore ed esteriore, vissuta momento dopo momento, con apertura e curiosità. In pratica, sostengono le teorie, imparare a meditare significa imparare a conoscere e regolare i propri stati mentali.

Ecco come spiega tutto ciò il Professor Rinaldi. “ll recupero del contatto con la terra attraverso l’orticoltura attiva livelli primitivi di esperienze percettive oltre che funzioni da accompagnamento alla crescita. Gli interventi assistiti con gli animali sostengono la funzione dell’affidarsi e della riduzione dei livelli di controllo: entrambe queste funzioni, attraverso la mindfulness, promuovono forme nuove di esperienze primarie della costruzione identitaria messa in crisi dalle situazioni di violenta angoscia (come la pandemia), crisi che spesso sostiene lo sviluppo dei disturbi alimentari. In tal senso si tratta di tornare alla terra, al cibo e alla natura, non più nella disfunzione ma in forme maggiormente adattative”.

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS): modelli alimentari squilibrati durante il lockdown

Tutto ciò parte da un presupposto. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) rivelano che durante il lockdown della primavera 2020, l’88,6% del campione che ha lamentato sintomi di stress psicologico ha seguito modelli alimentari squilibrati. In particolare, secondo Marco Silano, ricercatore presso il Dipartimento di Sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria dell’Iss, i partecipanti con sintomi depressivi moderati o gravi assumevano cibi ricchi di zuccheri e grassi con maggior frequenza e mangiavano pochi latticini, frutta e verdura. Di qui l’idea di un progetto finalizzato alla creazione di un modello di intervento per la prevenzione e il trattamento dei disturbi alimentari da stress, utilizzabile non solo nel post Covid, ma esportabile in tutte le situazioni di crisi con stress della popolazione.

L’alimentazione, come detto in precedenza, rappresenta uno dei capisaldi della prevenzione primaria: un concetto di cui Assidai è pieno sostenitore e che il nostro Fondo divulga con frequenza agli iscritti attraverso campagne informative ad hoc. Una dieta equilibrata, ricca di frutta e verdura, con poco sale e molto pesce e zuccheri e proteine nella giusta qualità, evitando il più possibile alcolici, è infatti il modo migliore per preservare il nostro organismo da cronicità a volte, purtroppo, fatali o gravemente invalidanti.

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