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Il principale fattore di rischio per il melanoma è l’esposizione eccessiva e ripetuta ai raggi uv, ma è importante anche monitorare i nei

Melanoma, ecco le regole per prevenirlo e scoprirlo

Pubblicato il 5 Agosto 2025 Assidai In Welfare24 /  

Il principale fattore di rischio è l’esposizione eccessiva e ripetuta ai raggi uv. È importante osservare sempre i nei e la loro evoluzione e, nel caso, effettuare un controllo medico

 

Il melanoma cutaneo è un tumore che deriva dalla trasformazione tumorale dei melanociti, alcune delle cellule che formano la pelle. È piuttosto raro nelle bimbe e nei bimbi e colpisce maggiormente con l’avanzare dell’età, anche se l’età media alla diagnosi si è abbassata negli ultimi decenni. Rappresenta, infatti, uno dei tumori più comuni tra i giovani adulti con meno di 30 anni: basti pensare che in Italia è il terzo tumore più frequente al di sotto dei 50 anni in entrambi i sessi e nel 2023 sono state stimate circa 12.700 nuove diagnosi, di cui 7.000 tra gli uomini e 5.700 tra le donne.

Il principale fattore di rischio per il melanoma cutaneo – ricorda l’Airc – è l’esposizione eccessiva e ripetuta alla luce ultravioletta, che arriva fino a noi sotto forma di raggi UVA e UVB, ed è principalmente veicolata dai raggi del sole. Esporsi troppo al sole, soprattutto in età precoce, rappresenta un pericolo, perché può danneggiare il Dna delle cellule della pelle e innescare la trasformazione tumorale, cosa che molti anni dopo può portare all’insorgenza del melanoma. Altri fattori di rischio noti sono l’insufficienza funzionale del sistema immunitario e alcune malattie ereditarie. Il rischio è maggiore negli individui caucasici (di pelle bianca) e aumenta anche nelle persone con lentiggini o con molti nei, in quelle con occhi, capelli e pelle chiara, che hanno riportato molte scottature solari soprattutto se in età pediatrica.

Il segno principale del melanoma cutaneo è il cambiamento nell’aspetto di un neo o la comparsa di uno nuovo. Le caratteristiche di un neo che possono indicare l’insorgenza di un melanoma sono riassunte nella sigla ABCDE. Dove A sta per Asimmetria nella forma (un neo benigno è generalmente circolare o comunque tondeggiante, un melanoma è più irregolare); B come Bordi irregolari e indistinti; C come Colore variabile (ovvero con sfumature diverse all’interno del neo); D come Dimensioni in aumento, sia in larghezza sia in spessore, anche se i melanomi possono avere un’ampiezza di pochi millimetri; E come Evoluzione del neo che, in un tempo piuttosto breve, mostra cambiamenti di aspetto (grandezza, forma, colore).

Tra gli altri campanelli d’allarme che devono essere valutati dai medici vi sono un neo che sanguina anche minimamente, che prude o che è circondato da un nodulo oppure da un’area arrossata.

Cruciale, ovviamente, è la prevenzione. Alcuni comportamenti possono ridurre il rischio di sviluppare tumori della pelle. È fondamentale innanzitutto esporsi al sole in maniera moderata fin dall’età infantile, evitando le ustioni. In generale bisogna proteggere la pelle non esponendosi direttamente al sole durante le ore più calde (tra le 10 e le 16) ed evitando o riducendo al minimo l’uso di lampade o lettini abbronzanti.

È inoltre necessario controllare periodicamente l’aspetto dei propri nei, sia consultando il dermatologo, sia autonomamente con l’aiuto di uno specchio e facendosi osservare da un familiare nei punti non raggiungibili con il proprio sguardo. 

L’importanza della diagnosi precoce e le cure innovative

La diagnosi precoce, anche per il melanoma cutaneo, è cruciale. Inoltre, non dipende solo dai medici: un auto-esame periodico della pelle permette in molti casi di identificare cambiamenti dei nei e di rivolgersi per tempo alla/al dermatologa/o che effettua, in primo luogo, una visita completa nella quale valuta la storia familiare e la presenza di segni e sintomi tipici del melanoma cutaneo. L’esame visivo della pelle è reso più accurato grazie all’uso dell’epiluminescenza, una speciale tecnica di ingrandimento e illuminazione della pelle. La diagnosi certa di melanoma cutaneo richiede, però, una biopsia, in cui la lesione sospetta viene prelevata e poi analizzata al microscopio.

Inoltre, grazie a specifiche analisi sul campione di tessuto, è possibile identificare la presenza di mutazioni molecolari tipiche di alcune forme di melanoma cutaneo utili a definire prognosi e trattamento. Nella pratica clinica la scelta del trattamento dipende dall’estensione della malattia, dalla necessità o meno di una rapida risposta, dalla possibilità di ottenere risposte durevoli, da eventuali patologie concomitanti nonché dalle preferenze delle persone malate. Negli ultimi anni lo sviluppo dell’immunoterapia e della terapia a bersaglio molecolare ha praticamente azzerato l’utilizzo della chemioterapia nella malattia avanzata e aperto nuove prospettive di cura in uno scenario articolato e sempre più personalizzato per ogni paziente.

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