Al recente Congresso europeo di cardiologia di Madrid sono emerse forti evidenze sul legame tra il peso corporeo e le patologie cardiocircolatorie.
In particolare, dal 1999 al 2020 le morti cardiovascolari legate all’obesità sono aumentate, a livello mondiale, del 250% a causa del rischio ipertensione raddoppiato.
Uno studio dello Uk Bmc Public Health, che ha elaborato i dati del Clinical Practice Research Datalink inglese, ha preso in esame oltre 264mila pazienti da 18 anni in su che non presentavano, all’inizio dell’analisi, alcun problema cardiocircolatorio ma che avevano un indice di massa corporea che li classificava come affetti da sovrappeso o obesità. In 10 anni, il rischio di mortalità legato a cardiopatia ischemica e quello di scompenso cardiaco è aumentato tra il 44% e il 51% rispetto a soggetti di pari età ma con peso normale.
La situazione in Italia: un’emergenza che parte dall’infanzia
Un trend che fa riflettere, alla luce di altri numeri che riguardano il nostro Paese, dove le persone adulte in sovrappeso sono 25 milioni, di cui 4 sono obese.
Tra i bambini e le bambine italiane il 19% è in sovrappeso e il 9,8% è obeso o gravemente obeso. Infine, la fascia di età tra 20 e 24 anni, sempre in Italia, conta oltre il 20% di persone in eccesso di peso.
È evidente come, alla luce di queste statistiche, il rischio di un aumento prospettico delle patologie cardiocircolatorie sia significativo e, dunque, l’Italia debba investire maggiormente in prevenzione primaria, adottando stili di vita corretti e regimi alimentari equilibrati.











